IL PASTORE SVIZZERO – gentilezza e collaborazione
ALESSANDRA & SHURUK
di Alessandra Comerio
Dopo un buon numero di cani di canile come la bella Terry, sorda e tuttavia obbedientissima e addestratissima, nonché compagna dei miei spettacoli di cabaret, o il pastore tedesco Tex, bello e di pura razza (lascito di un vicino superficiale), dal carattere terribile cogli umani estranei e coi conspecifici, entro nell’ordine di idee di acquistare un cane di razza. Pastore tedesco grigione per evitare i treni posteriori pericolosamente bassi delle linee di bellezza? No, troppo impegnativo. Idem – intendo l’impegno sul lavoro -per gli amati pastori belgi. Grazie ai consigli di amici e maestri cinofili – avevo intrapreso, alla faccia dell’attività di attrice, il mio percorso infinito nella cinofilia – penso al pastore svizzero bianco, e approdo da Patrizia e al suo allevamento Lungoresina.
Rimango folgorata da Toruk Makto, un rubacuori, sempre che ti piacciano i cani seduttori e in perenne ricerca di ammirazione. Ma il momento non era ancora arrivato, per me. Dopo un paio di anni torno da Patrizia e una femmina mi corre incontro e mi posa le zampe sulle spalle. Spero sia la moglie di Toruk, e ricevo conferma. La bella ed estroversa Sole Vom Niehuser See partorirà quattro cuccioli meravigliosi, esattamente come lei e il babbo Toruk. La mia esperienza e il desiderio di avere un cane per svolgere attività assistite cogli animali mi fa scegliere il piccolo che reputo, per quel che posso intuire, il più adatto. E qui inizia l’avventura.
Chi conosce gli svizzeri sa quali e quante doti abbiano. Se poi uniamo una buona genetica, un allevamento intelligente e i giusti stimoli forniti ai cuccioli nei primi settanta giorni fondamentali allo sviluppo caratteriale, ecco che ci sono le basi per avere un cane come Shuruk, Lungoresina Grand Shuruk, per essere precisi. Lui cresce con due maremmani – altra pedomorfosi, altro dialetto comunicativo – e una meticcia, tata Golda. Fobica cogli umani, Golda gli trasmette la sua saggezza di cagna semiselvatica.
Ai membri del branco, composto anche da cinque gatti, si uniscono le conoscenze coi tanti, tantissimi cani e umani nei campi di addestramento che frequento per studio. Shuruk si rivela fin da piccolo estremamente prosociale. Si butta dall’automobile, fortunatamente parcheggiata, quando viene lasciato fuori dal campo di addestramento, perché vuole stare col gruppo. Gioca fino allo sfinimento coi suoi simili, coccolato incessantemente da umani e cani. Claudio Mangini, uno dei miei maestri e uno dei maggiori conoscitori di cani e di molti altri animali che esista in Italia gli fa il più bel complimento mai ricevuto: Shuruk è IL CANE, ha tutte le qualità che dovrebbe possedere il cane ideale.
Sì, perché il cane è stato selezionato per la docilità, la capacità collaborativa, la versatilità. Gli svizzeri possiedono tutte queste doti, Shuruk le ha affinate e portate al massimo grado. Così, dimenticando le attività assistite nelle scuole, eccoci a provare le prese alla manica, che ci piace molto.
Ma il meglio di sé il mio svizzerone lo dà nelle attività olfattive. E via allora con Ivan Schmidt a fare mantrailing, poi presso Dog’s mind con Silvia e Nunzio a perfezionare il mantrailing, eccoci in Abruzzo con Antonello Foschi per la ricerca di sostanze, con Arcangelo Caressa a provare ancora ricerca, e poi vediamo come va con le pecore, visto che gli svizzeri nascono conduttori.
Senza dimenticare di andare a tartufi, per fare felice anche me che li adoro. Ah, intanto si comincia con qualche expò, e i risultati, gli eccellenti e i cac, ci fanno comprendere che occorre sapersi muovere sul ring. Iniziamo così anche un breve percorso col fantastico Richard Hellman, tanto per imparare dell’altro. Apprendiamo insieme, sempre, da tutti, compresi quelli che non ho nominato per non dilungarmi ancora di più. Siamo un binomio. Siamo quello che cane e proprietario dovrebbero essere: un’entità a sei zampe, che solo insieme dà il meglio di sé.
Però… però non è solo tutto questo che mi fa ammirare e amare appassionatamente il mio cane (il nostro cane, perché mio marito Angelo lo adora quanto me). E’ la sua bontà, la disponibilità a essere coccolato da qualsiasi umano incontri (quante fotografie mi hanno chiesto di e con lui, camminando per strada!). E’ la sua voglia di interagire coi conspecifici, cosa che me lo rende un impagabile cane spalla nelle attività di educazione e recupero comportamentale dei fobici nel rifugio che frequentiamo. Mail meglio di sé, questo bestione di quaranta chili, lo dà nelle interazioni coi cuccioli, dimostrando di possedere la gentilezza e la delicatezza di una balia.
E tuttavia, in mezzo a tanta bontà, che nessuno si arrischi a infastidire me o un membro della famiglia. Un grande cane sa discriminare perfettamente le intenzioni degli umani e degli altri cani, soprattutto quando ha avuto modo di conoscerne molti, e bene.
Il nostro percorso è solo all’inizio, naturalmente. Sì, perché Shuruk non è un vecchio e saggio animale dalla vita intensamente vissuta, ma un giovanotto nato il 12 gennaio del 2018. Incredibile, mi stupisco, quando ci penso. Incredibile come, a volte, la vita ci regali qualcosa che va oltre ogni aspettativa.